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Campagne di misurazione della qualità dell'aria con mezzo mobile nei Comuni di S. Giovanni Valdarno (AR), Bibbiena (AR), Chiusi (SI), Piancastagnaio (SI), Pomarance (PI) - anni 2015-2017

Anno di pubblicazione: 2017

A cura di: Centro Regionale per la Tutela della Qualità dell'Aria

Misure effettuate presso la Scuola La Pira - S. Giovanni V.no (AR), in Piazzale John Lennon - Bibbiena (AR), in Piazza Nigra a Chiusi Scalo - Chiusi (SI), in Loc. La Rota (ex Mattatoio comunale) - Piancastagnaio (SI) e Montecerboli - Comune di Pomarance (PI)

La campagna di misurazione della qualità dell'aria in cinque postazioni dell'area sud-est della Regione Toscana è stata realizzata in attuazione del piano di utilizzo dei mezzi mobili per il triennio 2015-2017 al fine di approfondire la valutazione dell'esposizione della popolazione agli inquinanti disciplinanti dal D.Lgs. 155/2010 e s.m.i. Sono state individuate due postazioni nella Zona del Valdarno aretino e Valdichiana (San Giovanni Valdarno e Chiusi Scalo) e tre nella Zona Collinare e Montana (Bibbiena, Piancastagnaio e Montecerboli) riferite a siti urbani e suburbani di fondo. Le misurazioni sono state effettuate mediante due laboratori mobili.

Per quanto attiene le postazioni urbane (San Giovanni Valdarno, Chiusi Scalo e Bibbiena), la prevalenza degli indicatori di qualità dell'aria è conforme ai valori limite fissati a tutela della salute umana. In questo contesto tuttavia, l'indicatore relativo al 90,4° percentile delle concentrazioni giornaliere di PM10 risulta superato. Le informazioni di dettaglio sulla distribuzione temporale dei casi di superamento, evidenziano che tali eventi si sono verificati nel periodo invernale, analogamente a quanto registrato dalla vicina stazione di misurazione fissa ENEL di Via Gramsci - San Giovanni Valdarno. Relativamente a questa stazione di misura fissa però, tali eventi non sono risultati sufficienti a determinare il superamento dei casi ammessi dalla normativa nell'intero anno civile (anno 2016: 26 giorni di superamento su 35 ammessi). Il numero di superamenti del valore limite giornaliero di PM10 è fortemente influenzato dalla copertura temporale, la quale determina pertanto una maggiore incertezza per le campagne di misurazione indicative caratterizzate, in questo caso, da un campione di 60 giorni/anno.

Le medie annuali di materiale particolato PM10 e PM2,5, si collocano su valori inferiori al relativo valore limite con scarti compresi tra il 25 ed il 40%. Il biossido di azoto presenta valori degli indicatori della media annuale caratterizzati da scarti sul limite tra il -30 ed il -60%.

Le postazioni suburbane di Piancastagnaio e Montecerboli registrano valori degli indicatori modesti, con scarti sul valore limite ben oltre il 50% (media annuale PM10 e PM2,5 = attorno al -70%; media annuale benzene = attorno al -93%). Relativamente alla postazione di Piancastagnaio, il benzene mostra una forte stagionalità degli andamenti, in particolare nelle stagioni dell'inverno e dell'autunno. Le elaborazioni relative ai diagrammi polari, mettono in evidenza contributi più significativi relativi ai settori nord occidentali e sud per il benzene, e sud orientali per il biossido di azoto.

L'analisi comparativa sul PM10 riferita alla stazione di misurazione fissa di Arezzo Acropoli (urbana fondo) assunta come riferimento, mette in evidenza la presenza di alcune aree con livelli più elevati rispetto ai livelli medi di zona, sia per la zona del Valdarno aretino e Valdichiana, sia per la zona Collinare e Montana.
Le aree con gli scarti maggiori, presentano una media annuale di 5-6 1Jg/m3 superiore rispetto alla stazione presa a riferimento (AR-Acropoli media annua 2016 = 19 1Jg/m3) che equivarrebbe a medie nell'intorno di 24-25 1Jg/m3. Anche le medie autunno-inverno delle tre postazioni urbane configurano uno scenario simile, con scarti sulla stazione di AR-Acropoli compresi fra il +25 ed il +46%.
In dettaglio:
Lo scarto misurato tra le campagne indicative di San Giovanni Valdarno e Chiusi Scalo e la stazione di AR-Acropoli è pari a 6 1Jg/m3. Per tali postazioni urbane, si potrebbe ipotizzare una componente legata alla specifica morfologia del territorio, che, favorendo l'accumulo degli inquinanti in alcune condizioni e periodi dell'anno, contribuisce all'innalzamento dei livelli medi.
In conclusione, la campagna di misura ha messo in rilievo che anche la zona collinare montana, pur essendo mediamente caratterizzata da scarse pressioni e bassi valori di fondo di PM10, presenta aree di fondovalle nel quale l'accumulo degli inquinanti al suolo può essere favorito, e pertanto in base al relativo grado di antropizzazione, possono diventare critiche. In questo caso, potrebbe essere interessante ripetere le campagne in siti prossimi a quelli indagati o anche nello stesso sito aumentando il numero dei giorni di campionamento e quindi la rappresentatività sull'anno solare.

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